La storia di Biot
La geodiversità così particolare che caratterizza Biot ha probabilmente segnato il destino del villaggio e determinato la sua storia sin dalle origini.
La storia antica
Le numerose tracce lasciate intorno al villaggio testimoniano un’occupazione sin dall’epoca preistorica. Segue un lungo periodo in cui alcune popolazioni celto-liguri (gli Oxibeni e i Deceati) occupano la regione ed entrano in conflitto con la città di Antipolis (Antibes) di cultura greca, che chiede aiuto a Roma.
I Liguri sono sconfitti nel 154 a.C. dai Romani che si stabiliscono gradualmente nel sito attuale del vecchio villaggio. Vi restano per cinque secoli, lasciando monumenti e iscrizioni ancora oggi visibili.
Il medioevo
Il periodo cha va dalla fine della dominazione romana all'inizio del Medioevo è poco conosciuto.
Nel 1209, il conte di Provenza, che possedeva i diritti sul territorio di Biot, ne fa dono "per la salvezza della sua anima e di quella dei suoi genitori" ai cavalieri Templari. All'epoca, il villaggio è costituito dalla Piazza aux Arcades, dalla chiesa e da qualche casa. I Templari acquistano o ottengono tramite donazioni le terre intorno al villaggio, unificando così il territorio di Biot. Alla soppressione dell'ordine dei Templari, il territorio di Biot viene affidato congiuntamente ai Cavalieri dell'Ordine dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme (denominati dal 1530 cavalieri di Malta) e al vescovo di Grasse. Questa situazione continuerà fino alla Rivoluzione francese.
La fine di un periodo tranquillo e il ripopolamento
Gli abitanti del villaggio vivono in pace e la loro vita è ben organizzata fino a quando, al momento della successione della Regina Giovanna di Provenza (Giovanna I di Napoli), le bande di razziatori e la peste nera decimano il villaggio. Abbandonati, Biot e la sua chiesa sono devastati nel 1387 e il villaggio diventa un covo di briganti. Questa situazione cambia nel 1470, quando il Re René incita una cinquantina di famiglie originarie della valle di Oneglia (oggi in Italia, tra Genova e Ventimiglia) a venire a stabilirsi a Biot a condizioni favorevoli. La vita ricomincia e il villaggio prospera.
La vita dal xvi al xix secolo e lo straordinario sviluppo della ceramica
La superficie di Biot si estende e durante il XVI e il XVII secolo le coltivazioni e la ceramica arricchiscono gli abitanti del villaggio. Nel 1707 e 1746, due invasioni distruggono parzialmente il villaggio e le coltivazioni. A partire dal XVI secolo, l'industria della giara si sviluppa trasformando Biot in un centro importante di produzione di ceramica. Tuttavia nel XIX secolo, le attività della ceramica, di estrazione e taglio della pietra da forno diminuiscono.
Il xx secolo… e oggi
All'inizio del XX secolo si accentua il declino dell'industria della ceramica. Biot si consacra all'agricoltura, essenzialmente alla viticoltura e all'orticoltura, che diminuiscono verso il 1960, quando fa la sua apparizione una nuova attività.
Il parco industriale di Sophia Antipolis, primo polo tecnologico d'Europa, viene creato nel 1970 ed è situato principalmente sul territorio di Biot. I centri di ricerca dell'Institut National de la Recherche Agronomique (INRA - Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica), dell'Institut National de la Recherche en Informatique et Automatique (INRIA - Istituto nazionale per la ricerca nell'informatica e nell'automazione), del CNRS e dell'Università di Nizza Sophia Antipolis si stabiliscono a Biot accanto a imprese ad alta tecnologia. Biot cambia volto e si sviluppano quartieri esterni al villaggio.
Allo stesso tempo, l'arte e l'artigianato artistico fioriscono. Fernand Léger, Raymond Peynet e molti altri si stabiliscono a Biot contribuendo alla sua notorietà. Nel 1956, Éloi Monod crea la vetreria Verrerie de Biot e il suo vetro a bolle. Biot diventa allora la città dei mestieri d'arte.