Nomi delle vie e dei quartieri
Tines, Portugon, Vignasses, Vieille Boucherie, Chèvre d'Or, Place de la Catastrophe, Migraniers... Questi nomi risuonano ogni giorno nelle nostre orecchie come una bella eredità linguistica. Ma come sono stati scelti questi termini per designare le nostre vie e i nostri quartieri?
Due fonti inesauribili di informazioni ci hanno guidato in questa ricerca toponomastica: la Monographie de Biot di J.A. Durbec, ristampata nel 2007 e disponibile presso il Museo della Storia e della Ceramica di Biot, e i testi di Marius Auzias.
In linea generale, al momento del ripopolamento di Biot nel 1470, le vie circoscritte intorno alla chiesa portavano i nomi delle famiglie che avevano rifondato il villaggio: la via Rue des Béris (Bel o Beaux), la via Rue des Sévoulles, la via Rue des Ardissons. Nel XVI e XVII secolo, i nomi si ispirarono alla topografia dei luoghi: la Place du Château (piazza del castello), la via Rue du Mittan (centro del villaggio), la via Rue Souto-Barri (sotto il primo bastione) ...
Nel XVIII secolo sono le corporazioni dei mestieri situate in queste vie che impongono il loro nome: la Rue des Orfèvres (via degli orafi), la Rue de la Poissonnerie (via della pescheria), la Rue de la Vieille Boucherie (via della vecchia macelleria).
Un ulteriore dettaglio della Monographie de Biot di Durbec ci svela che tutte le vie erano lastricate (Calade des Tines, sagrato della chiesa del 1685), a volte con ciottoli policromi provenienti dalla pulizia regolare e obbligatoria del fiume Brague!
Qui di seguito il significato dei nomi di luogo a Biot:
Les Aspres: vasto terreno vulcanico tra Biot e Villeneuve-Loubet, “aspre rocce”.
Airette (Rue de l’Airette): dal provenzale “eireto” che significa “piccola area, piccola superficie”.
Barri e Sous-Barri: in provenzale “barri” significa “bastione”. Esiste quindi la via del bastione e la via sotto il bastione. Non si tratta delle fortificazioni del XVI secolo che conosciamo oggi, ma di una prima cinta muraria che avrebbe circondato dopo il 1506 – data di ricostruzione della chiesa – alcune case ricostruite intorno alla chiesa dopo il ripopolamento del 1470.
Calade: dal provenzale “calado” che ha due significati: quello di “scendere”, come in “Calade des Migraniers” o come in “Ehi Manu! Scendi!”; e quello di “strada lastricata con ciottoli fissati nella sabbia”.
Migranier: in provenzale è il nome dell’albero da frutto del “melograno”.
Piazza Place de la Catastrophe: non si tratta del luogo di una catastrofe naturale, come spesso si crede, ma del sito rimasto vuoto a causa di un incidente avvenuto nel 1898. Il 12 giugno diverse case crollarono durante un pranzo di comunione che riuniva oltre 40 persone. All’epoca, gli edifici contavano a volte 5 piani! Quel giorno morirono 23 persone.
Jas: in provenzale significa “ovile”.
Portugon: dal provenzale “porto” che significa “porta”. Probabilmente in relazione con la terza porta dei bastioni, oggi scomparsa.
Vignasses: grande distesa di vigne.
Tines: calade e porta des Tines. In provenzale “tine” significa tinaia o tino. Possiamo immaginare che piccole giare o tini venivano adoperati per l’evacuazione delle acque reflue oltre i bastioni o nella calade des Tines.
Soulières: in provenzale “suviera” significa “quercia da sughero”, albero che abbonda nei boschi des Soulières.